Azienda agricola Alberto Tagliavini

L’Azienda nasce nel 1993. Il terreno venne acquistato da mio nonno negli anni ’30 ed è stato sempre lavorato da affittuari, fino a quando ho deciso di affittarne e condurne una parte.

Dapprima coltivavo solo mele e pere, poi ho deciso di differenziare la produzione coltivando anche  fragole, ciliegie, albicocche, pesche e susine. 

Nella mia azienda produco secondo i disciplinari di produzione Integrata  dell'Emilia Romagna.  L'agricoltura che utilizza queste tecniche di produzione segue un "disciplinare di produzione" che stabilisce quali prodotti (normalmente quelli con minore impatto sull'ecosistema) possono essere impiegati nella difesa delle colture da patogeni e parassiti, quali dosi possono essere impiegate e quanto prima rispetto alla raccolta è necessario interrompere eventuali trattamenti.

La produzione integrata utilizza i risultati del progresso scientifico in campo chimico biologico ed agrario.

La scelta aziendale di utilizzare la produzione integrata deriva da valutazioni fatte per garantire da un lato una redditività dell'azienda nel tempo, che sarebbe molto incerta nel biologico, e dall'altra l'utilizzo di tecniche che consentono una qualità elevata ed un prodotto sicuro dal punto di vista igienico. Ritengo che con la produzione integrata si raggiunga un giusto equilibrio fra la sostenibilità economica, sociale ed ecologica.

Il concetto del Km 0 inserisce il terzo pilastro della sostenibilità, quello di tipo sociale, permettendo un' equa suddivisione del reddito in base ai rischi del processo produttivo. Per questo motivo da alcuni anni propongo direttamente al consumatore finale i miei prodotti, oltre ad un progetto:  "adotta un albero" , che esiste già in diverse realtà italiane.  

Si tratta di un progetto che propone appunto di  “adottare” un albero di frutta:  CILIEGIE - ALBICOCCHE -  PESCHE NETTARINE e quindi la sua produzione di frutti della campagna  2015.

Visto il momento di crisi del settore agricolo, come coltivatore diretto mi sono chiesto  quale potesse essere un modo per avere un rapporto immediato e senza passaggi intermedi con i consumatori, con quelle persone che fossero interessate ad acquistare un prodotto a KM0 di sicura provenienza, raccolto al momento giusto di maturazione e che potesse  consentirmi di applicare un prezzo giusto per la remunerazione del prodotto e del mio lavoro, cercando un’ alternativa al mercato e alla grande distribuzione che strozza noi piccoli agricoltori.

L’adozione di una pianta rappresenterebbe il massimo in quanto darebbe la possibilità di lavorare a tutto il ciclo produttivo con la garanzia e sicurezza che i frutti hanno già trovato un consumatore finale interessato e motivato. In questo modo si può aiutare a  mantenere in piedi impianti di frutteto che per questioni commerciali probabilmente dovrebbero essere espiantati .

L’adottante ha la  garanzia di poter contare su un prodotto di provenienza sicura e coltivato secondo le prescrizioni del disciplinare di produzione integrata dell’Emilia Romagna, poter avere notizie del suo albero durante tutte le fasi dalla potatura fino alla raccolta ed avere soprattutto un prodotto sano e buono consegnato al giusto momento di maturazione.

Grazie Alberto