Azienda Agricola Valle del Lovo

Gianluca Zanutta, assieme a suo fratello Vincenzo e al papà Lucio, operano da sempre nel settore dell’edilizia.

Nel 2000 decidono di avviare l’azienda agricola Valle del Lovo a Carlino, paese della bassa friulana che si affaccia sulla laguna di Marano. La Valle del Lovo ha una superficie di 20 ettari, di cui circa 10 coperti da specchi d’acqua. L’avanotteria, ovvero la nursery dove vengono svezzati gli avannotti appena nati, è stata ricavata da quelle che erano le mangiatoie di una stalla precedentemente acquisita dall’azienda.

“La Valle del Lovo”, ci dice Gianluca, “è la prima valle della Regione ad aver ottenuto la certificazione Emas, l’organismo più importante d’Europa in fatto di sostenibilità ambientale. Per arrivarci sono stati necessari ingenti investimenti. Due sono i fatti fondamentali per una valle di pesca: l’ambiente e l’alimentazione, attorno ai quali è stato costruito il progetto.”

“L’ambiente significa salubrità delle acque e dei fondali. Per ottenere la certificazione Emas vanno osservati dei parametri e costantemente monitorati i relativi aggiornamenti. La valle è alimentata dal gioco delle maree, quindi con un continuo scambio tra le acque interne ed esterne. I vantaggi stanno nel fatto che in valle si possono controllare l’acqua e i fondali ed eventualmente intervenire – ove vi fosse la necessità – con filtri biologici”.

Con una metafora molto chiara, Gianluca paragona i rischi della vallicoltura a quelli dell’agricoltura, dove la problematica maggiore è la grandine.

“Le ‘grandinate’ si possono manifestare in diverse forme: troppo caldo, troppo freddo, oppure malattie virali che possono partire da allevamenti anche lontanissimi e che l’acqua trasporta in tempi molto rapidi. Basti pensare che su 100 pesci ‘seminati’ solo 50 vengono ‘raccolti’: oltre alle problematiche già esposte, una parte dei pesci allevati si perdono per effetto del cannibalismo intrinseco nella specie; un’altra per la predazione di uccelli quali gabbiani e i cormorani.”

“L’alimentazione è l’altro cardine della qualità, infatti i nostri pesci vengono nutriti con mangime realizzato con materiale biologico e fitoplancton, che insieme a piccoli pesci e crostacei che si trovano nei fondali, fanno la differenza qualitativa dei branzini. Lo testimonia il colore dei pesci che è pressoché identico a quelli da preda, con squame argentee brillanti e ben lontani dal grigio scuro di quelli allevati in cattività. Un branzino di valle, per raggiungere un peso di 1 chilogrammo, impiega anni per crescere e non mangia più di 2 chili di mangime; il resto del cibo lo trova nell’acqua e sui fondali. Inoltre garantiamo una freschezza assoluta, in quanto il nostro pesce viene pescato con reti e gettato in grandi vasche che contengono acqua e ghiaccio, che procura la morte istantanea del pesce.”

“L’allevamento viene svolto in ben 50 vasche lunghe 500 metri, larghe 20 e profonde 3, al cui interno il pesce può muoversi liberamente; infatti la densità è bassissima: un pesce ogni 2 metri cubi d’acqua. Per fare un paragone basti pensare che, in diversi allevamenti stranieri presenti sempre sul mare Adriatico, la densità raggiunge i 35-40 kilogrammi al metro cubo di pesce. Appare ovvio che la qualità del pesce allevato in valle è di gran lunga superiore all’allevamento intensivo; per fare un paragone è la stessa differenza che passa tra i polli di gabbia e quelli ruspanti ”

“Una produzione di qualità come la nostra comporta molte difficoltà, rischi e perdite costanti; la sensazione è quella di essere lasciati da soli, spesso in mano solo ai grossisti: tanto è vero che siamo rimasti l’unica valle da pesca attiva nella zona, quando, anni fa se ne contavamo ben 40. Per fortuna esiste la buona ristorazione che ci premia: dal momento in cui veniamo scelti come partner poi il cliente non ci abbandona più, dimostrando un vero apprezzamento per il prodotto ittico di qualità.”

“Abbiamo investito molto su qualità e sostenibilità e continuiamo a farlo; in particolar modo grazie all’impegno e alla capacità professionale del nostro collaboratore Dario Fadini, che è responsabile della Valle ed è il vero garante della qualità. Di fatto è il vallesano, un figura professionale paragonabile all’enologo della cantina, da cui dipende la qualità dei vini; per rimanere in tema, l’obiettivo è avere una propria etichetta, proprio come i produttori di vino. Un ulteriore sforzo sarà la logistica, per poter garantire in tempi reali la catena del freddo ai nostri potenziali clienti”.

“E’ auspicabile superare il vuoto legislativo relativo alla tracciabilità del pesce, possibilmente con la creazione di un marchio regionale che evidenzi le qualità del pesce di valle rispetto al prodotto degli allevamenti intensivi e che tuteli sia i produttori locali, sia i consumatori che acquistano consapevolmente un prodotto di qualità.”

“Un’altra iniziativa potrebbe essere dare visibilità alle valli da pesca non solo come sito produttivo, ma anche come centro capace di richiamare un turismo sostenibile e ambientale. È da questa idea che siamo partiti per avviare una collaborazione con L’Assessorato all’Agricoltura, al quale vorremmo aggiungere anche Promoturismo: l’ambiente delle valli è unico e potrebbe essere inserito nei tour ambientali che comprendono tutta l’area della Laguna di Marano Lagunare e Grado, dove esistono sia aree protette, comprese quelle dei casoni, sia meravigliosi fiumi di risorgiva come lo Stella, che sfocia proprio nella laguna. L’obiettivo sarebbe portare qui la gente, ad incominciare dai bambini: ci si può arrivare sia via terra, da Carlino, sia attraverso una suggestiva navigazione tra i canali della laguna, partendo da Lignano o da Marano Lagunare, con un attracco nella nostra valle”.