Sembra che sbatta la porta ma è solo vento che continua il suo giro.
Dopo altri 3 mesi dall'invio di questa nota al direttivo abbiamo deciso di allargarla a tutti o cmq pubblicarla nel negletto forum per sottolineare quella che è stata in questi anni la nostra traccia
Amici gasisti che ci avete sostenuto purtroppo non riusciamo a continuare nella collaborazione.L'età non ci permette più di coprire tutte i ruoli che l'azienda necessita per fare bene ciò che facevamo.
L'essere rimasti sempre in 2 mentre le attività di distribuzione si articolano in dinamiche convenzionali, le quali presuppongono per razionalizzare più figure, collide con la produzione rurale e forse con alcuni principi se non etici di utile priorità.
Non una astratta vocazione alla pastorizia ed uno spirito di sacrificio per fornire al mondo cibi sani ci aveva animato; piuttosto la visione di un sistema alternativo inconciliabile con quello convenzionale. Un sogno forse, come tutte le utopie, ma sempre preferibile all'incubo che si sta materializzando con l'iniqua economia attuale.
L'epilogo è amareggiato da una chiusura univoca del rapporto con RIGAS e la bottega "Poco di buono". Non siamo arrivati sin qui, con le nostre idee, per iniziare a tralasciare senso e motivi delle scelte che si fanno verso gli altri. Questi i fatti: circa 3 anni fa ci veniva proposto, non richiesto, un prestito anche perchè il tentativo di ipotizzare una CSA (comunità di supporto agricolo) con l'iniziale formula dell'"adotta una capra" non riscosse la necessaria adesione. Ad un anno da tale prestito che avevamo cominciato a restituire in anticipo sui tempi concordati data la richiesta del creditore (RIGAS) abbiamo dovuto ristrutturare l'allevamento e quindi ci è venuta a mancare momentaneamente la liquidità per onorare il debito.
Quest'anno avevamo ripreso faticosamente l'attività dapprima coi piccoli gas, di cui eravamo già fornitori, e verso luglio, una volta ripristinate un minimo di scorte, ci siamo recati da Cristian in bottega per riproporre di collaborare. Questa comprendeva la ripresa del piano di rientro del debito attraverso una percentuale sulla fornitura di latticini integrata dalla proposta, forse difficilmente attuabile, di concime (stallatico stagionato)in esubero dalla nostra azienda. L'illusione che la nostra proposta fosse gradita alla dirigenza del GAS è durata un mesetto dopo di che sollecitando l'incolpevole Cristian da lui ci veniva riferito che nè il GAS nè la bottega erano interessati a continuare il rapporto. Alla nostra ovvia richiesta di motivazioni sempre Cristian ci diceva che non si prendeva la responsabilità di circostanziare il diniego e che, in seguito, qualquno ci avrebbe ragguagliato in merito. Ciò non è successo.?? Va da sé che resta per noi incomprensibile, a meno di non ricorrere a implausibili congetture, quella decisione insieme alla frustrazione di non sapere nemmeno chi ha deciso in merito.
Le scelte di sostenere piccole botteghe (evento Estrò a Cattolica)contemporaneamente all'elogio dei supermercati "etici", per altro opinate ma nn discusse, suggeriscono il ricorso ad intermediazioni in definitiva convenzionali. Sembra labile la demarcazione che divide dalla GDO e nn comprendiamo le priorità individuate dai GAS : non l'autoproduzione ...declinata e collaborativa del modello CSA ma piuttosto la la solidarietà ai preziosi "negozietti" a cui noi produttori etici già ci rivolgevamo con una logistica di "economia". Un ulteriore velo tra bene e fruitore.
La centralità della piccola produzione agricola, la sola che può elevare il prodotto a bene attraverso una condivisione della quotidianeità che trasforma i fiori in frutti, abbiamo creduto fosse anche la mission dei gas e così dal 2005 ci siamo impegnati con voi, oggi ci rendiamo conto che qlcuno ha frainteso. Ma non essendo vincoli contrattuali non è questione di penali. Consumo consapevole non può essere solo considerazione della salubrità del prodotto. Essendo viceversa il cibo un bene di tutti, non un prodotto, crediamo che di tutti sia la responsabilità: dalla terra alla tavola.
Rammarico anche nel constatare che le tante belle idee,iniziative, parole che avevano cementato in passato la collaborazione si sono dissolte senza rimpiazzo. Eravamo a buon punto nella sperimentazione di un economia circolare corretta o forse no quindi , seppure per me incomprensibile, altre dinamiche più sostenibili ne hanno preso il posto. Con buona pace della semantica.
Non considerate quanto scritto una protesta ma piuttosto il suggerimento a riprendere un più corretto percorso. Di fronte ai cambiamenti che sono epocali non è sufficiente essere i meno peggio.
con affetto paolo e Lucia dell'Igilium
ps unico laconico e nn ufficiale commento a quanto sopra prima di renderlo pubblico è stato che avremmo dovuto parlarne prima (?!) e nn dobbiamo fare i polemici. Sinceramente rigettiamo l'accusa perchè in questa comunicazione nn vogliamo togliere ma, sempre nello spirito dei gas , implementare.