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Energie rinnovabili
Energia solare
È una fonte rinnovabile di energia, praticamente inesauribile, pulita, che deriva dall'energia emessa continuamente dal sole. L'energia solare può essere trasformata in energia elettrica, attraverso i pannelli fotovoltaici, oppure se ne può sfruttare direttamente il calore, cioè l'energia termica attraverso i collettori solari.
Può essere prodotta a livello aziendale, attraverso l'installazione locale dei pannelli fotovoltaici, oppure può essere utilizzata attraverso la normale rete di distribuzione, abbonandosi a fornitori di energia basati su fonti rinnovabili.
Energia eolica
L’energia eolica è una fonte energetica molto antica che sfrutta la forza cinetica del vento per trasformarla in energia elettrica. Le apparecchiature con cui si sfrutta la forza del vento oggi sono invece chiamate aerogeneratori, composti da una turbina eolica in cima ad una torre di sostegno ed un generatore elettrico che funziona esattamente con lo stesso principio dei mulini a vento.
I generatori degli impianti eolici si possono, a loro volta, suddividere in due categorie: ad asse orizzontale, più efficiente ma anche più rumorosa e ad asse verticale, non influenzati dalla direzione del vento e in grado di resistere a forti raffiche.
Energia geotermica
L'energia geotermica è generata per mezzo di fonti geologiche di calore ed è considerata una forma di energia alternativa e rinnovabile. Si basa sullo sfruttamento del calore naturale del pianeta Terra, che possiede al suo interno, a partire dalla superficie terrestre, un gradiente geotermico dovuto all'energia termica rilasciata dai processi di decadimento nucleare naturale degli elementi radioattivi quali uranio, torio e potassio, contenuti naturalmente all'interno della Terra (nucleo, mantello e crosta terrestre).
I sistemi geotermici possono essere a vapore dominante, quando l'alta temperatura determina la formazione di accumuli di vapore, o ad acqua dominante, se l'acqua rimane allo stato liquido. Nel primo caso l'energia geotermica può essere utilizzata per produrre energia elettrica, inviando il vapore, attraverso dei vapordotti, a una turbina collegata a un generatore di corrente. Se il fluido non raggiunge una temperatura sufficientemente elevata, l'acqua calda potrà essere utilizzata per la produzione di calore per esempio in impianti di teleriscaldamento.
Energia idroelettrica
L’energia idroelettrica è considerata una fonte di energia alternativa e rinnovabile, che sfrutta la trasformazione dell'energia potenziale gravitazionale, posseduta da una certa massa d'acqua ad una certa quota altimetrica, in energia cinetica, al superamento di un certo dislivello; tale energia cinetica viene infine trasformata in energia elettrica in una centrale idroelettrica grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina.
L'energia idroelettrica è la principale risorsa alternativa alle fonti fossili in molti paesi fra i quali l'Italia. L'energia idroelettrica è considerata molto importante nell'ambito dell'economia circolare, e vi sono lavori in corso per abbassare l'impatto ambientale degli impianti sulla fauna ittica (scale per pesci, turbine fish-friendly).
Energia da biomasse
L’energia da biomasse è l’energia prodotta da materiali di origine organico-vegetale quali piante, alghe marine, rifiuti organici vegetali, legno, rami e legname da ardere, scarti di lavorazione dell’industria agroalimentare o del legno, scarti e reflui dell’allevamento del bestiame e residui delle attività agricole o forestali. Per incrementare il ricorso a questa fonte di energia rinnovabile, negli ultimi anni è stata anche intrapresa ed implementata la coltivazione di specie vegetali destinate esclusivamente alla combustione.
Le biomasse sono bruciate all’interno di una camera di combustione: il calore così ottenuto sarà poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come fonte di riscaldamento.
Produzione
Utilizzo di materie prime rinnovabili
Sono da considerarsi materie prime rinnovabili quelle materie che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono “esauribili” nella scala dei tempi “umani” e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future.
Alcuni esempi di materie prime rinnovabili sono il legname, i prodotti agricoli, la carne, i tessuti di origine vegetale o animale, fonti di energia rinnovabili ecc. Oggi, con le materie prime rinnovabili e quindi la possibilità di usare e riutilizzare la materia “all’infinito”, si aprono nuove prospettive su tutto il modo in cui noi ci rapportiamo all’ambiente.
Riduzione nell'utilizzo delle risorse
Uno degli obiettivi dell’Industria 4.0 deve essere la sostenibilità della produzione, ovvero la minimizzazione dell’uso dell’energia, dell’acqua, dei materiali, la riduzione delle emissioni inquinanti ed il riciclaggio finale del prodotto/macchinario/impianto.
Grazie all’adozione di tecnologie digitali, infatti, si potranno raggiungere livelli di efficienza finora impensabili dal punto di vista della gestione delle risorse ambientali, a partire dalla modifica e razionalizzazione dei processi di produzione fino all’integrazione reale tra l’uso ottimale delle risorse disponibili, il riutilizzo dei sottoprodotti e la azionalizzazione dei flussi energetici. In particolare, il percorso che porta alla digitalizzazione consente di tenere conto non solo degli impatti ambientali diretti, ma anche degli effetti trasversali che il miglioramento ambientale che deriva dalla gestione di una risorsa può provocare sulle altre, ovvero dei cosiddetti «cross media effects» al fine di evitare che un eccessivo impegno nella riduzione di una forma di inquinamento si traduca nel trasferimento della stessa ad un altro media ambientale (aria, acqua, suolo).
Utilizzo di materiali di scarto di altre aziende
L'utilizzo e la condivisione di materiali di scarto fra aziende è un punto cruciale nello sviluppo dell'economia circolare. La condivisione avviene per contatto diretto fra imprese o attraverso la creazione di database e sistemi informativi che ne permettano la ricerca.
Attraverso metodologie innovative i materiali di scarto possono essere riciclati e trasformati in materie prime per altre aziende.
Allungamento della durabilità dei prodotti
Il tema della durabilità di un prodotto (shelf life) è cruciale per l’affermazione della transizione ecologica e, se approcciato in modo oggettivo e partecipato da tutta la filiera (produttori, distributori, consumatori, ecc.) può risultare strategico per la prevenzione dei rifiuti, l’implementazione della progettazione sostenibile e per la corretta tutela del consumatore.
Per prolungare la shelf life di un alimento si agisce su 4 variabili: modifica degli ingredienti e delle proprietà, modifica del processo di produzione, utilizzo di packaging più performanti, modifica delle variabili ambientali incidenti sulla conservazione.
Commercializzazione
Vendita a filiera corta
Si parla di filiera corta per indicare un sistema di distribuzione dei prodotti che utilizza un numero ridotto di attori, come ad esempio la filiera dei prodotti freschi. Di solito più corta è la filiera, più lo sviluppo delle economie locali viene promosso.
La filiera corta è un valore aggiunto per le aziende alimentari poiché, grazie ad essa, le aziende riescono ad assicurare un'altissima qualità dei prodotti. Ciò che viene venduto attraverso la vendita diretta o attraverso aziende a filiera corta è certamente fresco, non industriale, spesso più sano grazie all'uso contenuto di pesticidi o di prodotti conservanti strettamente necessari durante la lavorazione industriale.
Vendita ai Gruppi di Acquisto Solidale
Un Gruppo di Acquisto Solidale è un gruppo di famiglie che fanno la spesa insieme, direttamente dai produttori, con i quali instaurano un rapporto di fiducia.
Grazie ai GAS si viene a creare una sinergia fra produttori e acquirenti che reca ad entrambi numerosi benefici. In particolare la richiesta da parte dei GAS di prodotti di autentica qualità, anche dal punto di vista etico e sociale, e la disponibilità a pagare il giusto prezzo per i prodotti, favorisce la possibilità delle aziende ad investire in processi produttivi più eco-sostenibili.
Disponibilità a riparare i prodotti venduti
Garantire la riparabilità di un prodotto, sia attraverso la disponibilità di pezzi di ricambio, sia nel mettere a disposizione un'officina di riparazione rapida ed efficiente è uno dei punti cardine per i produttori che vogliano aderire ai princìpi dell'economia circolare.
Quella della riparabilità è una visione diametralmente opposta alla filosofia dell'obsolescenza programmata, secondo la quale un prodotto deve avere una durata di vita limitata, al fine di venderne di nuovi per stimolare l'economia.
Etichettatura ambientale
Un'etichetta ambientale è un simbolo che i produttori appongono sui loro prodotti per dimostrare che il loro impatto ambientale è inferiore rispetto a prodotti dello stesso tipo. Molte etichette ambientali vengono apposte volontariamente dai produttori.
Ci sono molti modelli di etichette ambientali nel mondo, ciascuna funzionale a certificare determinate caratteristiche dei prodotti. Alcune etichette hanno un raggio d'azione molto ristretto: ad esempio, l'etichetta “100% riciclato” ci dice solo che quel prodotto è fatto di materiali da riciclo, ma non ci dice niente su come è stato prodotto, se il processo ha generato emissioni nocive, se ha sfruttato il lavoro minorile, se gli operai sono stati pagati in modo equo o se il trasporto logistico è avvenuto in modo ecologicamente sostenibile.
Imballaggi e confezionamento
Riuso degli imballaggi
L'obiettivo principale dell'economia circolare è quello di rafforzare il riutilizzo degli imballaggi piuttosto che il riciclo. Predisponendo adeguate infrastrutture, come ad esempio i distributori di prodotti sfusi alla spina, possiamo permettere all'acquirente di riutilizzare numerose volte lo stesso imballaggio.
Degno di nota è un nuovo tipo di plastica completamente riciclabile: il PDK ovvero poli-dichetoenamina è composto da un polimero che si può re-scindere in monomeri nuovamente polimerizzabili.
Imballaggi biodegradabili
Gli imballaggi biodegradabili, possono aiutarci a migliorare la situazione per quanto riguarda i rifiuti sparsi nell’ambiente, alcuni ben visibili ad occhio nudo, altri meno ma comunque nocivi. Le ricerche avanzano e ci propongono soluzioni innovative per gli imballaggi alimentari biodegradabili, sta a noi anche osare, cambiare abitudini, investire nel futuro cambiando le abitudini presenti.
Questi imballaggi sono soggetti alla norma (UNI EN 13432) che indica le caratteristiche necessarie. Questi imballaggi devono essere di materiale biodegradabile, cioè si deve biodegradare al 90% in meno di 6 mesi, deve essere anche “disintegrabile”, cioè che si frammenta e perde visibilità.
Imballaggi compostabili
Gli imballaggi compostabili riducono l’impatto ambientale in quanto si degradano facilmente, riducendo gli sprechi e non creando spazzatura. Sotto questo punto di vista sono indubbiamente una buona idea se non fosse che, la maggior parte dei contenitori per alimenti compostabili, contengono in realtà Pfas.
La ricerca di materiali di imballaggio compostabili innovativi, che non contengano molecole dannose per le persone e per l'ambiente, costituisce un'interessante branca di ricerca nell'ambito della transizione ecologica.
Mobilità e trasporti
Veicoli a metano
La riduzione dell'80% nella produzione di anidride carbonica, l'assenza di particolato, rendono il metano il combustibile più ecologico fra quelli contenenti carbonio. Il risparmio economico a parità di percorrenza ottenibile con un'auto a metano è di circa il 60% rispetto alla benzina.
Se il metano non è ottenuto da estrazione, ma da fonti rinnovabili come ad esempio le biomasse, allora ne è garantita l'eco-sostenibilità e la piena aderenza ai princìpi dell'economia circolare.
Veicoli ibridi
Un veicolo ibrido, più propriamente veicolo a propulsione ibrida, è un veicolo dotato di un sistema di propulsione a due o più componenti, ad esempio motore elettrico con motore termico, che lavorano in sinergia fra di loro. I veicoli in cui coesistano due o più forme di accumulo di energia, al fine della generazione di energia meccanica, sono detti veicoli ibridi.
I veicoli si dividono in mild hybrid (leggermente ibridi) e full hybrid (totalmente ibridi). Le prime presentano un sistema propulsivo composto da un’unità termica (tradizionalmente alimentata a benzina), una elettrica, e una o più batterie agli ioni di litio che alimentano proprio il motore. Nelle full hybrid è presente un motore di combustione e motore elettrico, alimentato da una batteria agli ioni di litio. La differenza rispetto alle Mild Hybrid sta nel fatto di poter viaggiare pochi chilometri in modalità del tutto elettrica, qualora le condizioni lo permettessero e il livello di carica della batteria lo permetta.
Veicoli elettrici
Per veicolo elettrico si intende un mezzo di trasporto che utilizza per il suo funzionamento un sistema a propulsione elettrica che è generalmente alimentato con batterie ricaricabili, ma che può essere anche collegato ad un sistema di alimentazione tramite reti aeree con fili sospesi, binari o fasce di alimentazione conduttrici per contatti striscianti laterali.
Pur essendo localmente a emissione zero, per il calcolo delle emissioni complessive occorre includere sia le emissioni delle centrali elettriche sia le emissioni derivanti dalla produzione di carbone, gas naturale e altri combustibili fossili utilizzati dalle centrali elettriche.
Rifiuti e scarti di produzione
Prevenzione nella produzione di rifiuti
La produzione di rifiuti rappresenta essenzialmente una perdita di risorse materiali e d'energia. Disallineare la crescita dei rifiuti (scarti da consumi e produzione) dalla crescita economica e prevenire laproduzione dei rifiuti: questi sono gli obiettivi strate-gici delle politiche comunitarie in relazione all'uso ealla gestione della risorse.
Prevenire vuol dire ridurre la quantità e la pericolositàdei rifiuti da gestire. Misure di prevenzione possonoessere applicate a tutte le fasi del ciclo di vita d'unbene, a partire dalla fase di progettazione e produ-zione, di marketing, di distribuzione, vendita e im-piego fino alla sua dismissione a fine vita.
Condivisione degli scarti con altre aziende
La gestione dei residui come sottoprodotto si allinea agli stessi principi di economia circolare ai quali si ispirano le recenti politiche economiche, produttive e sociali comunitarie e nazionali.
Il modello di economia circolare, infatti, si basa sulla prevenzione, il riuso e il riciclo dei rifiuti in una logica di partnership tra soggetti privati e/o pubblici, realizzabile soltanto attraverso la condivisione del know-how tecnico e scientifico, generando e conservando il valore di ogni risorsa, compresi i materiali fino ad oggi definiti “di scarto”.
Trasformazione dei rifiuti in compost
Compostaggio è il processo che consente di creare, a partire dal trattamento dei rifiuti e dei materiali di scarto dei processi produttivi, un materiale stabile e igienizzato per l'impiego in agricoltura e nel florovivaismo: il compost.
Il principio alla base è quello di riprodurre, in situazioni controllate, il naturale processo biologico di decomposizione della sostanza organica contenuta nei rifiuti, ad opera dei microrganismi presenti nell'ambiente. Il risultato, dopo un tempo variabile in funzione del tipo di processo adottato, è appunto il compost. È così che un materiale di scarto della catena produttiva o del consumo civile diventa una nuova risorsa per la prima fase della filiera agricola.
Produzione di energia dai rifiuti
I rifiuti organici, ottenuti grazie alla raccolta differenziata, sono soggetti a un processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas. Questo viene prodotto non non trivellando i giacimenti nascosti nelle parti più profonde della terra ma facendo fermentare i rifiuti di origine organica in specifici impianti.
Il biometano viene quindi prodotto fin che si vuole, è inesauribile, e la produzione può essere aumentata semplicemente costruendo altri impianti. Rendendo il processo un esempio tra i più puri di transizione ecologica.
Riduzione dei livelli di emissioni negative
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive prevista nell'agenda 2030, le aziende possono implementare una moltitudine di accorgimenti tecnologici, dipendenti dalle specifiche produzioni.
Coltivazione
Agricoltura di precisione
L'agricoltura di precisione è una strategia di gestione dell'attività agricola con la quale i dati vengono raccolti, elaborati, analizzati e combinati con altre informazioni per orientare le decisioni in funzione della variabilità spaziale e temporale al fine di migliorare l'efficienza nell'uso delle risorse, la produttività, la qualità, la redditività e la sostenibilità della produzione agricola.
Attualmente si basa sull'utilizzo di satelliti e di sistemi informatici con numerosi sensori, sia remoti che prossimali, sistemi di guida, metodi per la valutazione della qualità dei prodotti, etc.
Agricoltura protetta
Si tratta di tecniche ecosostenibili, a basso impatto ambientale e in grado di garantire la produzione anche in presenza di condizioni fisiche e climatiche sfavorevoli.
Vengono utilizzati sistemi di produzione fuori terreno come l'idroponica, la coltivazione in substrato e l'idrocoltura.
Agricoltura verticale
L'agricoltura verticale è un metodo di coltivazione fuori suolo in serre chiuse, che si sviluppano in altezza su più livelli, climatizzate e automatizzate, che formano grandi impianti. Questi sistemi sono più produttivi del 75% rispetto all'agricoltura tradizionale in campo e consumano pochissima acqua, circa il 95% in meno.
Le fattorie verticali, inoltre, non hanno vincoli geografici, poiché possono trovare posto anche nelle aree urbane e offrire prodotti freschi e a km 0.
Tutela della biodiversità
La tutela della biodiversità nel settore agricolo risponde all'esigenza di conciliare un'agricoltura produttiva con la tutela degli ecosistemi, mantenendo la complessità e la ricchezza genetica delle specie agricole, sia quelle coltivate che quelle selvatiche.
Una pratica in tal senso è quella della permacultura che si ispira ai principi della natura e dai sistemi naturali che si sono evoluti sul pianeta nell'arco di migliaia di anni. I sistemi naturali, come i boschi, sono luoghi ricchi di biodiversità, con la massima produttività di biomassa, estremamente efficienti in termini di riciclo delle sostanze nutritive, e sono SOSTENIBILI nel vero senso della parola.
Irrigazione
Impianti di irrigazione ottimizzati con centralina
La centralina per irrigazione permette l'automazione dell'impianto di irrigazione con l'obiettivo di somministrare la giusta quantità di acqua programmando orari e durata di ogni ciclo. Nel caso di superfici estese le centraline a più zone permettono di suddividere l'irrigazione a settori scegliendo partenze, orari e durate differenti da settore a settore. Il sensore pioggia è l'accessorio collegato alla centralina che interrope i cicli in caso di pioggia.
Si possono attuare due distinte modalità di irrigazione: per gocciolamento (o microirrigazione), oppure sotterranea, per raggiungere direttamente le radici delle piante.
Riuso delle acque reflue depurate
Le acque reflue recuperate possono essere riutilizzate sia nel comparto civile, per applicazioni di tipo urbano e ricreativo, produttivo, per impieghi di tipo agricolo e industriale.
L'agricoltura è oggi il settoreproduttivoche più frequentemente ne fa ricorso, in quanto soggetto in maniera significativa quanto soggetto in maniera significativa agli effetti della carenza idrica.
Raccolta e immagazzinamento di acqua piovana
Gli impianti di recupero dell'acqua piovana per aziende agricole, vitivinicole e vivaisti sfruttano il fenomeno delle piogge intense concentrate in brevi periodi che interessa sempre di più il territorio italiano e che ha portato negli ultimi anni alla mancanza di miliardi di metri cubi d'acqua.
Tali impianti sono generalmente costituiti da vasche prefabbricate in calcestruzzo, e consentono di accumulare una riserva idrica a costo molto basso, disponibile e ideale per l'irrigazione.
Irrigazione con acqua di falda fito-depurata
Le acque di falda in aree ex-industriali possono risultare contaminate sia da composti organici volatili (VOC) che da metalli quali ferro e manganses. Le soluzioni basate sulla natura (NBS) di fitodepurazione hanno mostrato di essere una valida opzione per il trattamento delle bonifica delle acque di falda e il recupero di aree ex-industriali.
La fitodepurazione è un sistema di trattamento delle acque reflue, progettato e costruito per riprodurre artificialmente i naturali processi autodepurativi presenti negli ambienti umidi. L'attività depurativa è determinata da complesse interazioni tra processi di tipo chimico, fisico e biologico derivanti da un'azione combinata tra substrato, piante, refluo e microrganismi presenti. La fitodepurazione è un sistema naturale di depurazione delle acque di scarico costituito da un bacino impermeabilizzato riempito con materiale ghiaioso e vegetato da piante acquatiche e non.
Fertilizzazione
Vermicompostaggio dei concimi animali
La vermicoltura è l'allevamento di lombrichi su rifiuti organici. Il prodotto è un importante fertilizzante organico, il così detto vermicompost. Scavando gallerie nel terreno i lombrichi lo arano naturalmente e ingerendo i residui organici presenti ne provocano la decomposizione e quindi la trasformazione in composti più semplici.
Usare i lombrichi per decomporre i rifiuti organici e produrre un prezioso fertilizzante, attualmente molto richiesto sul mercato e utile per ridurre i costi di smaltimento dei rifiuti della filiera agroalimentare.
Fertilizzanti recuperati da rifiuti (NRC)
Il Nutrients Recovery Center riceve matrici organiche ricche di nutrienti provenienti da aziende di allevamento, industrie agroalimentari, impianti di trattamento delle acque civili nonché dalla raccolta differenziata della frazione umida in ambito urbano. Tali matrici sono pertanto processate, sterilizzate, immagazzinate e, previa verifica delle stesse, ottimizzate per l'utilizzo mediante iniezione nei terreni agricoli vicini.
Il trattamento svolto dal NRC permette di produrre un digestato capace di restituire al terreno ciò che gli è stato sottratto durante le attività agricole, preservando così allo stesso tempo sia la qualità del suolo sia la biodiversità delle aree, permettendo altresì di svolgere un'azione di contrasto e prevenzione contro la desertificazione.
Allevamento
Foraggicoltura locale
Le tecniche di fienagione principali sono due, la tradizionale e quella in due tempi. Si differenziano per il tipo di cantiere utilizzato: nel primo caso tutto il processo avviene totalmente in campo, nel secondo caso, dopo una fase di pre-appassimento in campo, i foraggi vengono portati in fienile per completare l'essiccazione.
Le macchine della fienagione lavorano fra il taglio dell'erba e la raccolta del prodotto pronto per essere portato in azienda e si dividono in: macchine per lo sfalcio, macchine per il rivoltamento e la messa in andana e macchine per la raccolta.
Impianto di digestione anaerobica
Per digestione anaerobica si intende la degradazione della sostanza organica da parte di microrganismi in condizioni di anaerobiosi. Si tratta di un processo differente rispetto al compostaggio, che invece è strettamente aerobico.
La digestione del materiale organico biodegradabile implica l'uso di molte differenti specie di batteri occorrenti in natura, ognuna delle quali ha un ruolo differente in una differente fase del processo di digestione. Lo stretto controllo delle condizioni operative di un digestore è essenziale per assicurare la crescita batterica e l'effettivo verificarsi del biochimismo necessario per il buon fine della digestione stessa.
Lavoratori
Salute e sicurezza dei lavoratori
Con salute e sicurezza sul lavoro si indica un insieme di condizioni ideali di salute, sicurezza e benessere dei lavoratori sui luoghi di lavoro, che è possibile raggiungere attraverso l'adozione di apposite misure preventive e protettive, in modo da evitare o ridurre al minimo possibile l'esposizione dei lavoratori ai rischi connessi all'attività lavorativa, riducendo o eliminando gli infortuni e le malattie professionali.
I fattori specifici di rischio per la salute e la sicurezza sul lavoro variano a seconda del settore economico e dell'attività. Un'efficace prevenzione contro gli infortuni passa necessariamente attraverso una formazione seria e sempre aggiornata che va fornita non solo ai lavoratori, ma anche ai dirigenti.
Equa etribuzione dei lavoratori
Garantire a tutti i lavoratori un'equa retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a loro e alle loro famiglie un'esistenza libera e dignitosa è un fondamento dei princìpi dell'economia circolare che non si occupa soltanto di prodotti e processi, ma anche di responsabilità sociale e solidarietà.
Pari opportunità
Le pari opportunità sono un principio giuridico inteso come l'assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico.
Sosteniamo la formazione dei manager in merito al rispetto della vita privata dei loro collaboratori e dei responsabili delle risorse umane per quel che concerne la non discriminazione e il sostegno alla genitorialità, oltre a programmi di accompagnamento offerti ai dipendenti che si assentano per congedi parentali (non solo le donne)